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I difetti che caratterizzano una voce rendendola unica

Progetto Hoop | 29 Giugno 2022

Nel mio precedente articolo ho parlato di stonati e del fatto che in realtà non esistono: si è scatenato un piccolo dibattito sui social, dove si è parlato di amusia (chi non percepisce l’altezza dei suoni, come la dislessia per il lessico) e molti altri post in cui la discussione è caduta inevitabilmente sulle modalità di fare musica di oggi e soprattutto, come penalizzi chi in realtà è dotato di talento e di una bella voce.

A questo punto è necessario fare un po’ di chiarezza su quelli che sono i canoni vocali, i criteri della discografia e quello che è il bel canto all’italiana.

Gli insegnanti di canto svolgono un lavoro importantissimo: iniziare questo percorso è un viaggio alla scoperta di sè stessi sotto la guida attenta e competente del proprio Vocal coach.

Ogni voce è unica ed universale al tempo stesso, ma su questo argomento bisogna soffermarsi: la tecnica vocale per eccellenza rischia di appiattire e di rendere tutti uguali, mentre la vera tecnica (e non credo ne esista una assoluta) è quella che si “costruisce” sulla persona e le sue caratteristiche personali.

Quello che potrebbe essere un difetto, diventa una caratteristica che rende unica una voce al punto di renderla riconoscibile e speciale: Eros Ramazzotti e la sua “nasalità”, Roby Facchinetti e la sua potenza implosiva, Emma Marrone e la sua voce “sabbiosa”.

Il mio primo consiglio, quindi, è quello di trovare la propria cifra lasciando che la propria voce, con la sua timbrica, sia la vera protagonista. Non cercate di modificare la vostra voce per adeguarvi alle tendenze del momento o a qualcun’altro.

Ritornando ai vari commenti, uno mi ha colpito in modo particolare: se gli artisti di oggi fossero nati 50 fa, sarebbero stati comunque incisivi come oggi con la registrazione analogica e senza l’aiuto di sistemi da computer per l’intonazione? Da qui i soliti luoghi comuni: prima era meglio ecc…ecc.

Poi ho pensato, ma se gli artisti di ieri fossero nati oggi?

Oggettivamente la tecnologia ha aiutato molto il mondo musicale e dobbiamo ammettere che “una volta” se non si era perfettamente intonati era molto più difficile essere apprezzati.

Nella realtà non è proprio così: le correzioni si sentono e la voce acquista un effetto robotico che ad un orecchio attento non può nascondersi; piuttosto posso confermarvi che è cambiato il modo di cantare grazie alla tecnologia, infatti non esisteva l’eco ed era di moda cantare con dei vibrati molto larghi.

Mentre la tecnologia faceva passi da giganti, anche il nostro modo di cantare e di ascoltare musica cambiava radicalmente: dal fonografo all’mp3 in poco più di 60 anni!

Grazie a tutti questi cambiamenti abbiamo visto nascere nuove sonorità, nuovi stili, nuovi timbri vocali e inediti generi musicali che hanno liberato e alimentato la fantasia di chi la musica la fa.

Il mio consiglio a chiunque studi canto è quello di far tesoro di tutto quello che la storia della musica ci ha regalato, di non limitarsi all’ascolto della musica contemporanea, ma di intraprendere un vero viaggio nella musica di tutti i tempi attraverso i generi che costellano questo universo: sarà bello ascoltare i Beatles e trovarvi qualcosa di Beethoven!

Ricordate che la voce è sicuramente importante, ma è il talento a rendere grandi e indimenticabili gli artisti di tutti i tempi.

Written by Progetto Hoop